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Anna Rita Vitolo, dall’Amica Geniale a Conca dei Marini con “Il baciamano”

Il suo esordio al cinema giunge nel 2019, in un piccolo ruolo, nel film “Il giorno più bello del mondo” di Alessandro Siani, nel 2021 è su Amazon Prime nella serie “Vita da Carlo” di Carlo Verdone e Arnaldo Catinari, nei panni di Elide Santucci, candidata sindaco, nel 2022 è in tournée con “Parenti Serpenti” per la regia di Luciano Melchionna, nel ruolo di Lina al fianco di Lello Arena, personaggio che nella versione cinematografia di Monicelli era interpretato da Marina Confalone.

Come nasce la tua passione per il teatro?

Nasce durante l’adolescenza. il primo amore è stato il cinema, poi andavo sempre a teatro, vedevo spettacoli ed ero attratta dai personaggi femminili, indagare il mondo classico, i personaggi, questo mi attraeva e mi attrae ancora. Il teatro mi ha fatto capire figure femminili variegate, mi ha fatto scoprire sfaccettature, le contraddizioni delle donne, il rapporto con l’amore, con il maschile, con le perdite, con la follia…

Quanto l’aver frequentato il Liceo Classico ti ha avvicinato al mondo del teatro?

Grazie ai miei studi ho avuto modo di comprendere ed apprezzare i classici del mondo latino e greco, ho amato Alfieri e scoperto il teatro che si legge. Tutti gli insegnanti di Italiano  sono stati per me riferimenti importanti prima di conoscere poi Gaetano Stella, Antonio Grimaldi…

Cos’è per te l’Amore?

Oggi potrei dire reciprocità.

Cos’è per te il Teatro?

E’ indagine. Anche un modo per stare al mondo.

L’ultimo libro letto?

“Sopra eroi e tombe”, romanzo di Ernesto Sabato.

E’ una delle più grandi opere della letteratura latinoamericana del XX secolo. Cosa ti piace?

Ho una passione per l’Argentina, per la semplicità di quella vita, per le tradizioni popolari. Amo il Sud America, le feste polari. E’ nella semplicità che ritrovo me stessa.

Che tipo di donna sei?

Semplice ed enigmatica allo stesso tempo e questo credo che sia la forza di ciò che cerco di portare in teatro.

Come ti vedi come attrice?

Sono un pò più morbida rispetto ad una durezza iniziale. L’attrice cambia in relazione alla donna che sono. Posso dire che il mio percorso di vita mi ha condotto ad un percorso di maggiore morbidezza, minore spigolosità, maggiore accoglienza. Sono molto attenta alla costruzione dei personaggi; per l’interpretazione mi guardo sempre molto attorno, dando vita a vere esplorazioni.

Cosa vedi in questi tempi moderni?

Tanta solitudine.

Il 30 luglio inaugurerai con Andrea De Goyzueta, attore formatosi presso il Laboratorio Teatrale Permanente del Teatro Elicantropo di Napoli,la rassegna teatrale presso il Teatro all’aperto di Conca dei Marini. Sarete protagonisti della innovativa versione de “Il baciamano” di Manlio Santanelli, diretto da Antonio Grimaldi (Produzione Machina Produzioni Teatrali, Teatro Grimaldello, Tourbillon Teatro e  L’Asilo, con il sostegno del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo), andata in scena con successo al Teatro Sannazzaro di Napoli lo scorso autunno…

Ambientato nella Napoli della Rivoluzione giacobina del 1799, “Il Baciamano” è la storia di un uomo e una donna, il microcosmo che vive in una storia. Questo è un testo splendido, fondamentale della nuova drammaturgia, un microcosmo. Si passa dalla Rivoluzione Giacobina alla povertà estrema. Qui si fondono macabro e surreale , emerge la disperazione e la solitudine dei personaggi. Io interpreto una janara che uccide per dar da mangiare ai suoi figli, sono una donna che sogna il baciamano  come atto gentile che non ha mai conosciuto.

Prossima avventura?

Porto in tournee il capolavoro di Annibale Ruccello “Ferdinando” con la regia di Arturo Cirillo, per una produzione Marche Teatro, prima nazionale ad ottobre ad Ancona poi, a dicembre, al Bellini di Napoli.

 

Tratto da campanialife.it

 

 

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