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Il primo giornale di Cetara

Luogo simbolo della Costiera, l’Hotel Luna Convento di Amalfi

di Giuseppe Esposito

Sono, io come tanti, innamorato della costa d’Amalfi. Si può non esserlo? In quale altro luogo il mare, il cielo e la terra si fondono in maniera così armoniosa e perfetta?  L’ azzurro, il verde, il colore delle rocce sembrano appena presi dalla tavolozza di un pittore mai pago della propria opera.

Percorrere quella ardita strada, aperta nel 1850 da Ferdinando II di Borbone è un’esperienza ogni volta nuova e di cui mai ci si sente abbastanza sazi.

Ci sono tuttavia, lungo quella costa luoghi  più cari di  altri per ognino di noi. Uno dei luoghi cui più sono legato è l’Hotel Luna Convento di Amalfi. Sia per la suggestione del luogo che per il fatto, forse, che più di vent’anni or sono, nella sua cappella e nel suo suggestivo chiostro duecentesco si svolse la cerimonia del mio matrimonio.

Ma altre sono le memorie che rendono questo luogo speciale per tutti.

L’albergo sorge in quello che fu un tempo un convento francescano e del convento conserva l’atmosfera raccolto che induce alla meditazione. Adibito all’accoglienza quasi due secoli fa vide importanti personaggi soggiornarvi..

Qui ha dormito e pranzato il cancelliere tedesco Ottone di Bismark. In una di queste stanze si è riposato il re Gustavo di Svezia. Qui Ibsen si è fermato a lungo a scrivere la sua opera più importante, “Casa di bambola” che lo rese famoso nel mondo intero.Da qui partiva la mattina, a dorso di mulo, Richard Wagner, alla volta di Ravello, dove, nei giardini di Villa Rufolo, trovò l’ispirazione del giardino di Klingsor, per il suo Parsifal.Di qui sono passati Emile Zola e Simone de Baeauvoir.

Ma in tempi più recenti, nel corso degli anni Quaranta una delle presenze più assidue fu quella del nostro regista Roberto Rossellini, uno dei protagonisti del nostro neorealismo cinematografico.In costiera egli amava ambientare i set dei suoi film.

Nel corso del 1948 girò il film “Amore”, che aveva come protagonista l’attrice Anna Magnani. Con lei Rossellini aveva intrecciato una intensa ma tormentata storia d’amore. Durante quel soggiorno, probabilmente quella loro relazione volgeva quasi alla fine. Un giorno, mentre i due erano a pranzo nel ristorante dell’Hotel Luna, in cui entrambi alloggiavano, il portiere, ricevuto un  telegramma per il regista, si precipitò al loro tavolo per consegnarlo.

Rossellini, senza neanche leggerlo ed ignorando chi fosse il mittente, lo depose sul tavolo, continuando a mangiare. Ma nella testa di Anna Magnani un sospetto cominciò ad aleggiare. Voci le erano giunte di una frequentazione di Roberto con una attrice svedese emergente. Allora non stette più lì a pensare. Allungò il braccio, prese il telegramma e lo lesse. Il mittente era la Bregmann, allora, come una furia, si alzò in piedi, afferrò il piatto di spaghetti al sugo che le avevano appena portato e lo stampò sul viso dell’attonito Roberto Rossellini. Poi l’attrice uscì dalla sala, e dopo essere risalita in  camera, lasciò l’albergo per ritornare a Roma, abbandonando le riperse del film in lavorazione. Dopo poco il suo posto fu preso dalla Bergmann con cui il regista ebbe una lunghissima relazione da cui nacquero anche due gemelle.

L’episodio rimase assai impresso nella memoria del signor Barbaro, padrone dell’albergo che, nel corso del tempo era divenuto assai amico sia dell’attrice che del regista. Infatti capitava spesso che lo rievocasse come uno degli episodi più strani capitati in quell’albergo in cui l’atmosfera è rimasta claustrale ed in cui, quindi, certe scene sembrano proprio fuori posto.

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